Digiuno: pratica antica o moda del momento? - Le Erbe di Nerone

Digiuno: pratica antica o moda del momento?

Digiuno: pratica antica o moda del momento?

 

Un’antica tradizione che oggi fa tendenza

Associato nella storia a tradizioni religiose e culture, il digiuno è stato praticato per scopi spirituali o di purificazione.
Oggi, sebbene queste tradizioni siano state modificate o abbandonate, il digiuno continua ad avere un impatto sulla nostra evoluzione. Ma per molti rappresenta una novità o una moda.

Le antiche pratiche, seguite per secoli, sono sicure se applicate in modo corretto. Chi lo pratica non sempre è a conoscenza del fatto che ci sono dei meccanismi cellulari e molecolari che possono renderlo utile o meno alla nostra salute.

Molti studi dimostrano che questo tipo di alimentazione può indurre la perdita di peso, ma non più di altri protocolli di restrizione calorica, quindi non più di altre diete.

''Lasciate ogni speranza voi che entrate'' se siete qui per aver una dieta per dimagrire.

Spesso, chi intraprende questo approccio alimentare, lo fa perché ritiene più facile ed efficace perdere peso mangiando quello che più desidera in alcuni momenti e non mangiando nulla in altri.

Cosa NON è il digiuno intermittente

Il digiuno intermittente non è una restrizione calorica, il digiuno intermittente non è saltare uno o più pasti.
Non fatelo da soli, non iniziate a digiunare appena avete finito di leggere questo articolo.

È importante scegliere il protocollo più adatto, la finestra oraria più confacente alle proprie abitudini alimentari e quotidiane.
E soprattutto: non è adatto a tutti!

Il digiuno serve per migliorare la salute metabolica e la salute in generale. Ma nonostante ciò, colpevoli soprattutto i canali social, il digiuno intermittente ha guadagnato una crescente attenzione a causa dei messaggi sbagliati che vengono pubblicizzati.
Uno fra tutti: perdere “peso in fretta”.

Ridurre le calorie in modo netto è normale che porti ad un calo ponderale. Ma se fatto in modo sbagliato, nel lungo termine può dare più danni che benefici.

I benefici del digiuno intermittente

Il digiuno intermittente deve essere intrapreso per migliorare lo stato di salute.
Sono stati dimostrati benefici neurocognitivi, fisiologici e cellulari clinicamente osservati:

Perché fare il digiuno?

  1. Migliora livelli di glucosio (minor rischio di iperglicemia);

  2. Mantiene i livelli d’insulina più bassi e sensibilità all’insulina migliorata (minor rischio di diabete mellito di tipo 2);

  3. Maggiore eliminazione degli acidi grassi (trigliceridi) e produzione di corpi chetonici;

  4. Diminuzione della leptina (ormone che stimola l’appetito) e aumento della grelina (ormone della sazietà);

  5. Diminuzione dell’attività dei radicali liberi e infiammazione, maggiore attività degli antiossidanti;

  6. Neuroplasticità (capacità del sistema nervoso di rispondere a fattori interni o esterni e situazioni come ictus cerebrali, traumi) e neurogenesi potenziate (processo di generazione di nuovi neuroni da cellule immature);

  7. Stimolazione dell’autofagia (consumo dei materiali di riserva dell’organismo) o apoptosi cellulare.


I diversi tipi di digiuno intermittente

1. La dieta 16:8

A seconda del periodo che ci si astiene dall’assumere cibo.
Mangiare a tempo limitato: è un digiuno giornaliero di 16 ore con una finestra di tempo di 8 ore per mangiare, in cui è possibile inserire 2, 3 o più pasti.

2. La dieta 5:2

Prevede di mangiare normalmente 5 giorni della settimana e di digiunare per 2 giorni o limitare l’apporto calorico a 500-600 calorie (kcal) nei restanti 2 giorni.

3. Il modello alimentare “Eat Stop Eat”

Prevede un digiuno di 24 ore una o due volte alla settimana.

4. Digiuno a giorni alterni

Digiunare a giorni alterni, quindi 3 o 4 giorni a settimana. Restano concessi acqua e bevande contenenti sali minerali, ma niente cibo o calorie.

Cosa si può (e non si può) assumere durante il digiuno

Durante la dieta del digiuno, a mio avviso chiamata impropriamente dieta, non ci sono indicazioni.
Durante il digiuno sono ammessi acqua, caffè non zuccherato e altre bevande senza calorie, ma non sono ammessi cibi solidi o bevande contenenti calorie (come succhi di frutta o bevande zuccherine).
Nel periodo di alimentazione non si sa quali cibi mangiare e in che quantità, quindi un professionista crea un protocollo con percentuale di macronutrienti e kcal specifiche per il paziente.


Digiuno in estate: pro e contro

☀️ Perché fare il digiuno in estate?

Le alte temperature favoriscono la messa in atto di un meccanismo di difesa da parte del nostro organismo, che tende a “rifiutare” qualsiasi ulteriore fonte di calore anche attraverso la diminuzione dell’appetito, facilitando la termogenesi della digestione.

Inoltre, le alte temperature favoriscono l’aumento del volume dei vasi sanguigni per cercare di disperdere calore.
Quindi è molto più importante idratarsi che alimentarsi.
Il digiuno estivo può migliorare non solo il peso, ma anche la ritenzione idrica.

⚠️ Perché NON si dovrebbe fare il digiuno in estate?

Un approccio da autodidatta, o una partenza troppo brusca, cioè iniziare una dieta di digiuno intermittente se si è molto in sovrappeso e si mangiava molto male, può provocare:

  • Stanchezza improvvisa

  • Senso di sonnolenza

  • Torpore

  • A volte anche nausea e leggera cefalea

  • Irascibilità

Tutto ciò è molto probabilmente collegato ad una forte ipoglicemia.
Il problema è che le persone che mangiano male, o sono in sovrappeso, non sono abituate ad attingere alle riserve energetiche del corpo, ma sono dipendenti dai rifornimenti esterni.


Come abituarsi al digiuno: un adattamento graduale

Bisogna educare gradatamente il corpo ad attingere a ciò che ha messo da parte.
Il primo passo per imparare ad utilizzare i grassi in eccesso è ridurre gradatamente il consumo dei carboidrati, soprattutto raffinati e gli zuccheri semplici.

In questo modo, l’organismo, privato del glucosio come fonte di energia, entra in uno stato “di emergenza” in cui ricava l’energia necessaria al suo funzionamento dagli acidi grassi e dallo strato di grasso accumulato.

Il glicogeno, che non è altro che glucosio immagazzinato nel fegato e nei muscoli, cessa di essere una riserva e diventa la fonte principale di energia necessaria alle attività quotidiane.

Nei primi giorni è normale avvertire stanchezza e perfino malumore: fa parte del processo di adattamento alla scarsa ingestione di carboidrati, ma difficilmente si andrà incontro a sintomi importanti.

Non confondete l’ipotensione con l’ipoglicemia, perché i sintomi sono simili ma di diversa origine.
In questo caso è fondamentale bere almeno 2 litri di acqua e integrare con sali di potassio e magnesio.


Conclusione

Spero di aver dato il mio contributo, nel chiarire la miriade di informazioni sul digiuno intermittente.
Finisco citando Rumi:

“Il digiuno è il primo principio della medicina.”
– Dott.ssa Serena Moretti


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